LA FIBROMIALGIA, IL MALE NASCOSTO NELL’ANIMA E NEL CORPO

tecaterapia

Settembre 29, 2022

Spesso la malattia fisica arriva da un disagio dell’anima più profondo che non è stato ascoltato”.
Francesca Neri

La fibromialgia è una malattia poco conosciuta, il suo nome è complicato e non rimane in testa. È un male insidioso, nascosto tra le pieghe del corpo e dell’anima, ma poi non così raro…

Ne soffrono personaggi famosi come la cantante Lady Gaga, che nel 2019 ha dovuto cancellare alcune date del suo tour europeo, oppure come l’attrice Francesca Neri (moglie di Claudio Amendola), per anni logorata dal dolore, come scrive nel suo libro “Carne viva”, edito da Rizzoli. 

La fibromialgia colpisce circa 1,5-2 milioni di italiani, in particolare le donne (tra il 61% e il 90%) e ha una prevalenza del 2%-4% nella popolazione generale. I primi sintomi compaiono di solito intorno ai 35 anni, per poi diffondersi e generalizzarsi intorno ai 45-55. Giovani e anziani ne vengono colpiti solo di rado (fonte: Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica).

CHE COS’È LA FIBROMIALGIA?

Si tratta di una sindrome da DOLORE CRONICO, che colpisce le fibre muscolari, i tendini e i legamenti in vari punti del corpo: dolore alla colonna vertebrale, alle spalle, alla nuca, alle braccia, ai polsi, alle cosce, ma anche un senso di affaticamento (astenia) per tutta la giornata.

La fibromialgia è spesso accompagnata da ALTRE CONDIZIONI MEDICHE e sintomi come: insonnia, rigidità mattutina, depressione e ansia; sindrome dell’intestino irritabile, mal di testa, febbre, diarrea, ulcere orali, secchezza oculare, vomito, stitichezza, eruzioni cutanee, difficoltà uditive, perdita di capelli, minzione dolorosa e frequente.

COME SI FA A CAPIRE SE SI SOFFRE DI FIBROMIALGIA?

È un disturbo spesso difficile da diagnosticare, perché ha sintomi simili ad altre condizioni cliniche.

I comuni esami di laboratorio non danno un risultato che possa spiegare i molti diversi sintomi, né servono a chiarirli i mezzi diagnostici per immagini. L’iter è piuttosto lungo e la diagnosi è fatta per “esclusione”. Così, chi ne soffre di solito aspetta molto, anche anni prima di ottenere una diagnosi.

La malattia si dichiara al verificarsi di un evidente aumento di sensibilità alla pressione in determinati punti (tender points) e di un complessivo abbassamento della soglia del dolore. Accanto al sintomo dolore, che è predominante, si presentano quasi sempre evidenti disturbi del sonno, abbattimento, instabilità dell’umore.

LA PAROLA AI PAZIENTI

Proprio per l’assenza di segni “documentabili”, di evidenze precise, i pazienti per lungo tempo sono stati classificati come “psicosomatici”, ansiosi o addirittura “malati immaginari”. Chi ne soffre racconta di non essere creduto, di dover “convincere” familiari e i medici di avere dolore in tutto il corpo, di non riuscire a fare una vita normale.

I pazienti descrivono la fibromialgia come “una sensazione di fastidio, di bruciore, oppure una fitta lancinante come una morsa che serra, schiaccia e comprime”. La rivista Donna Moderna, ha dato voce alle storie di donne con fibromialgia in un articolo apparso il 15 marzo 2018. 

 Ecco alcune testimonianze:

“…Siamo viste come pigre e depresse. Ansiose lo siamo, è vero, ed è anche vero che uno stress cronico può portare ad ammalarsi. In questo caso è la soglia del dolore ad ammalarsi. È una malattia dovuta a un deficit dei neutrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, deputati al dolore. A tutto ciò si aggiunge la stanchezza cronica, che ci rende frustrate e umiliate”.

“Nonostante tutto si può migliorare (con alti e bassi), riducendo l’ansia, svolgendo attività fisica e cambiando stile di vita. Il nostro corpo ci sta dicendo che stiamo sbagliando qualcosa, va corretto, interiormente ed esteriormente”.

FIBROMIALGIA E TRAUMA

Non esiste una causa chiara per la fibromialgia e finora nessuna cura sicura. Nell’ultimo decennio, tuttavia, la ricerca scientifica ha accumulato una serie di evidenze che indicano una RIDOTTA SOGLIA DEL DOLORE in aree cerebrali implicate nella percezione ed elaborazione del dolore (Schweinhardt P et al., 2008).

Questa ridotta soglia del dolore si riscontra anche in pazienti con DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS (PTSD). Circa un quinto dei pazienti affetti da PTSD sviluppa fibromialgia.

Alcuni fattori sembrano predisporre gli individui alla fibromialgia: incidenti (stradali, infortuni sul lavoro, fratture, politraumatismi), interventi medici e complicazioni (chirurgici e infezioni) e traumi emotivi (abuso sessuale, fisico e abbandono).

Nella storia dei fibromialgici, è molto frequente il riscontro di traumi infantili o stili di accudimento da parte dei genitori caratterizzato da fattori quali scarsa affettività e negligenza.

È dimostrato che un FORTE STRESS crea cambiamenti permanenti nel cervello e nel sistema nervoso centrale, perché agisce negativamente sui sistemi di modulazione del dolore e delle emozioni.

fibromialgia

DOLORE ED EMOZIONI

Quando parliamo di emozioni nei pazienti con fibromialgia, facciamo riferimento ad uno stato generale di angoscia dettato da una miscela di stati emotivi avversi come tristezza, paura, senso di colpa e rabbia verso se stessi.

All’aumentare delle emozioni negative crescono l’intensità del dolore, l’irritabilità, la tensione fisica e mentale, il numero di punti sensibili, l’insonnia e l’affaticamento.

Le emozioni vengono spesso gestite attraverso modalità non sempre efficaci:

– la ruminazione rabbiosa è una delle strategie più utilizzate da persone con fibromialgia. Essa implica un pensare, ripensare, ripetere, immaginare, rivivere e “rimasticare”, un evento vissuto con contenuto rabbioso con conseguente incremento dello stato emotivo e delle sensazioni spiacevoli dolorose.

-Emozioni e credenze catastrofiche rispetto al proprio dolore, vale a dire un esagerato orientamento negativo verso lo stesso che provoca paura e disagio e aumenta le stesse percezioni dolorose.

Questi meccanismi di risposta emotiva sono frequentemente associati ad un peggioramento dei sintomi.

LA CURA

Attualmente non esiste un protocollo specifico di intervento alla fibromialgia. L’obiettivo della cura è la GESTIONE DEI SINTOMI e il recupero di una qualità di vita accettabile nelle sue componenti.

LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI È FONDAMENTALE NELL’ADATTAMENTO AL DOLORE CRONICO (Hamilton et al., 2005).Ovvero: il successo della cura passa attraverso la capacità di AUTOREGOLARSI o esercitare il controllo sui propri sintomi corporei, sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti (Solberg Nes et al.,  2010).

Normalmente i malati fibromialgici vengono curati con farmaci antidepresssivi (triciclici o ciclobenzaprina) per migliorare l’umore, la sensazione di dolore, disturbi del sonno, unitamente ad analgesici derivati della codeina per calmierare il dolore, fino ai morfinici per i casi più gravi.

Il farmaco però serve solo da “cerotto” per contenere un dolore fisico ed emotivo che ha radici altrove.

Oggi l’approccio che dà migliori risultati è il TRATTAMENTO INTEGRATO attraverso la combinazione di:

Trattamenti osteopatici, esercizi di stretching e aerobici, impacchi caldi locali e massaggio: i muscoli interessati devono essere sottoposti a un gentile esercizio di allungamento ogni giorno; tali allungamenti devono essere mantenuti per circa 30 secondi e ripetuti circa 5 volte. L’esercizio aerobico (la deambulazione veloce, il nuoto, l’esercizio con la bicicletta) può migliorare i sintomi.

supporto psicologico: l’intervento dello psicoterapeuta è fondamentale quando sono presenti  segni di depressione e ansia, insonnia cronica, gestione poco funzionale delle emozioni e dello stress, isolamento, elementi che riducono la qualità della vita del paziente con dolore cronico.  

Oggi i trattamenti con evidenza di efficacia per il dolore cronico sono: la terapia cognitivo-comportamentale, ipnoterapia, terapia EMDR.

  • L’uso della terapia dialettica comportamentale (un tipo di terapia cognitivo comportamentale sviluppata da Marha Linehan) su pazienti con dolore cronico, hanno mostrato esiti positivi sulla riduzione dell’intensità del dolore insieme a un contenimento emotivo.
  • L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) permette di “dare voce al corpo”, rendendolo meno opaco alla comprensione del paziente e del terapeuta, sia in riferimento all’origine della sintomatologia del paziente che in rapporto al possibile “senso” delle sue manifestazioni. Esiste un protocollo dell’EMDR specifico per le malattie croniche, utile a  migliorare il coping (adattamento) e ridurre il dolore e la sofferenza.

Consiste in 5 punti, utilizzati in seduta di psicoterapia:

-assicurare il dolore a livelli di severità tollerabili;

-analizzare la diagnosi medica e l’accettazione della malattia;

-identificare i target (traumi) ed elaborarli secondo una scala di priorità (protocollo EMDR)

-facilitare il rilassamento e modificare le sensazioni negative del dolore;

-sviluppare risorse psicologiche per la gestione del dolore.

PROGNOSI

La fibromialgia è una malattia cronica, ma può avere un andamento migliorativo attraverso un approccio di cura integrato che vada al di là del farmaco, dove il riconoscimento della dignità del malato e del suo dolore è al primo posto.

Silvia Semprini – Psicoterapeuta e Mental Coach – Practitioner EMDR

BIBLIOGRAFIA

Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica

Stefano Martelotti, Mente e cura – n. 2/2011 – fibromialgia: percorsi di sviluppo e personalità

Matthew Lovett-Barronpatrick Kaifoshmazen A. Kheirbeknathan Danielson[…]Attila Losonczy et all, Dendritic Inhibition in the Hippocampus Supports Fear Learning, Science, 21 Feb 2014,Vol 343, Issue 6173, pp. 857-863

Grant, m. e Threlfo, c., “Emdr in the treatment of chronic pain” di pubblicato nel 2002 sul journal of clinical psychology, 12: 1505-1520.

Elisa Faretta, Emdr e psicosomatica. il dialogo tra mente e corpo, Edizioni Edra, 2020. 

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