Approfondiamo le problematiche sulla postura e il sistema di visione. Negli ultimi anni l’analisi posturale si è basata sempre più su una visione e un approccio interdisciplinari.
Esiste, infatti una stretta correlazione tra i principali sistemi di percezione, in modo particolare udito e visione, e sistema di organizzazione posturale.
Questo significa che il cervello organizza la postura a partire dai dati che riceve dalle entrate sensoriali del corpo.
In particolar modo il sistema di visione rappresenta l’entrata sensoriale posturale principale.
Parliamo di “sistema di visione” e non di “vista”. Non ci stiamo basando sull’acuità visiva ma sull’organizzazione di movimento e interazione con il cervello della muscolatura oculomotoria e della coordinazione tra occhi e cervello.
Lo sguardo dovrebbe essere sempre allineato su un piano orizzontale, essere dotato di perfetta binocularità (l’occhio destro e l’occhio sinistro vedono con la stessa qualità) e con leggera convergenza dei due occhi verso il naso.
Ma la perfetta simmetria non esiste, fin da bambini nasciamo e ci sviluppiamo in asimmetria:
Possiamo essere destrimani o mancini. Giocando a pallone calciamo meglio con un piede rispetto all’altro, da un orecchio sentiamo meglio e abbiamo sempre un occhio con dominanza. Pertanto il corpo compenserà in maniera automatica tutti i piccoli difetti fisici e percettivi che accompagnano l’evoluzione dell’individuo fino all’età adulta.
Ecco due esempi tipici di come postura e sistema di visione sono tra loro correlati:
1. La manifestazione più evidente di un’alterazione del sistema viso-posturale è rappresentata dalla PAC (postura anomala del capo). Ossia l’atteggiamento in flessione laterale del collo assunta quotidianamente e inconsciamente dalle persone con asimmetria agli arti inferiori o scoliosi, nel tentativo di allineare sul piano orizzontale il sistema di visione.
2. Diverso è il caso in cui un individuo adatta la postura al sistema di visione alterato, ad esempio nei casi di strabismo o comunque di dominanza marcata di un occhio rispetto all’altro. Avremo in quel caso un atteggiamento in rotazione e/o in latero-flessione del collo atto a compensare la necessità del cervello di recepire le immagini con il sistema migliore.
Quindi nel primo caso, è il sistema di visione che si adatta alle caratteristiche della struttura fisica, nel secondo invece è la visione a condizionare l’attivazione muscolare e quindi posturale.
L’approccio multidisciplinare e la formazione integrata del professionista (fisioterapista, osteopata) in collaborazione con l’optometrista, permettono di riconoscere l’origine VISUO-POSTURALE di alcune problematiche croniche (mal di schiena, dolori cervicali, cefalea…) o di intervenire in prevenzione.
Per questo motivo è fondamentale l’osservazione clinica dei bambini e degli adolescenti, al fine di riconoscere i primi segni di squilibrio muscolare con origine visuo-posturale.
All’Officina del Corpo i nostri terapisti hanno una formazione integrata e specifica nell’indagine clinica visuo-posturale e lavorano in stretta collaborazione con l’optometrista.